EXPL 04: l’estrema risata

Questo posto brulica di risarioni, che sono delle creature sferoidali grandi poco più di un pugno, contraddistinte da tre caratteristiche fondamentali: sono pelose, hanno le antenne, e ridono. Ridono da bocche umane, parzialmente coperte dai lungo pelo, ma altrimenti perfettamente normali in forma e dimensione. Le dentature, per quanto ho potuto esaminare – operazione piuttosto semplice, visto che spesso le fauci sono spalancate dal gran ridere – paiono mostrare la solita formula 4-3-1-2. La vista di praterie, foreste, porti e grattacieli, ogni elemento del paesaggio letteralmente coperto di risarioni, combinato alla fortissima cacofonia delle loro risate, ha messo fortemente alla prova il mio sangue freddo.

Sono arrivato in questo posto uscendo da una porta in disuso, e mi sono trovato in quello che forse era un ristorante. Uso una formula dubitativa, perché durante la mia permanenza non ho mai osservato un risarione mangiare o bere, e non si capisce cosa possa farsene un risarione di una sedia. A ben guardare, nel ristorante c’erano anche delle posate, oggetti prettamente inutili ad una razza senza mani. Non so cosa sia stato degli abitanti originali dell’area, ma i risarioni ora dominano incontrastati.
Sono ovunque, e hanno la fastidiosa abitudine di muoversi in branchi piuttosto numerosi, saltellando, fino a raggiungere un posto che per qualche logica misteriora trovano soddisfacente. Qui si accampando e, sostanzialmente, ridono. Non posso usare altre parole. Risate acute o baritonali, nervose o grasse, contenute o sguaiate. Per lo più sguaiate in realtà. La mia prima ipotesi fu che non fossero vere risate, e che la somiglianza alla bocca umana fosse solo apparente. Ipotesi che venne clamorosamente infranta durante la mia prima conversazione con un risarione: sono esseri senzienti, ed anche di discreta intelligenza. Ma non applicano il loro intelletto a nulla. Tutto trovano divertente – esilarante, appunto – ed ogni tentativo di ragionare con loro deve limitarsi a brevi motteggi, dato che è impossibile per questi esseri mantenere la concentrazione per più di un minuto. Poi un dettaglio li distrae: può essere la forma di una nuvola, il colore di un bottone, il modo in cui ho strizzo il naso. Il risarione trova il fatto esilarante, ed inizia una salva di poderosi starnazzi che può durare ore. Inutile dire che rapportarsi con questi esseri è piuttosto frustrante.

Ho lasciato questo posto molto presto, senza avere la certezza che i risarioni fossero gli unici abitanti, e senza aver capito nulla della loro fisiologia (o filosofia). Lo sforzo di sopportazione era semplicemente troppo.

AZIONE CONSIGLIATA: cauto studio.

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