Mi sveglio un po’ anchilosato, ma tutto sommato a posto. Non mi schiferebbe farmi un bagno, e ho freddo, ma nessuno mi ha assassinato nella notte e va bene così. La stanza è piuttosto buia – dalle feritoie passa davvero poca luce e, per sicurezza, avevo spento la lanterna, per cui mi sa che ho dormito parecchio: è ormai giorno fatto. Dalla strada mi arriva rumore di vita: gente che parla, un piccolo carretto a mano che attraversa la via, e su tutti una voce che grida, salmodia, e canta parole inintelleggibili.
Che faccio?
Ragiono
Uhm, è un’ipotesi. Come la verifico? Faccio la pelle al primo prete che trovo?
Madonna che frustrazione.
Non so se mi mancano dei pezzi, o se non sto riuscendo a metterli assieme
Vabbè, se non ci sono grossi colpi di genio io quasi quasi farei colazione: il pane e il formaggio erano tanti, e se li raziono per oggi mi dovrebbero bastare. Resta il problema dell’acqua, e, dovessi eleggere la torre a mia dimora, anche gli impianti sanitari 😀
Mon père! Me lo ricordo perfettamente, dato che è vivo. L’ho visto la settimana scorsa (anche se “settimana scorsa” è un concetto un po’ complicato, adesso). Pierre Chaucer, ha avuto per tanti anni una macelleria, e infatti quando ha scoperto che Laurie, la mia donna, è vegetariana, non l’ha presa benissimo. Ora è in pensione, vive a Mantes-la-Jolie, ad una trentina di chilometri da Parigi, assieme alla sua seconda moglie, Marine.
Perso cucchiaio pappa?
Il mio cervello è un posto davvero divertente. Quasi quasi non esco più.
Il pensiero mi attrae, ma resisto alla tentazione.
Notre Dame è sempre nel mio cuore. Non la abbandonerò. E prima risolvo la questione prima posso tornarci.
Mi guardo attorno: le macerie crollate dal secondo piano della torre sono in parte bruciate. Trovo un legno carbonizzato e lo uso per disegnare il simbolo del triangolo, sul pavimento
Non è venuto proprio un triangolo equilatero preciso, e anche i cerchi lasciano un po’ a desiderare. Però, sì, è quella roba lì
Uhm… non sono mai stato un tipo meditativo. Cosa faccio nello specifico?
Ho bisogno di istruzioni più dettagliate. Sto in piedi. Mi siedo, Tengo gli occhi aperti. Dico qualcosa. (Ohmmmm?)
Ci provo.
…
…
È davvero dura.
…
…
Mi manca Laurie
…
…
Sto cazzo di triangolo
…
…
Dalla strada sto tizio continua a berciare. Sta a vedere che è l’ubriaco di ieri. Il tono di voce è quello.
…
…
Mi si sta addormentando un piede
…
…
Triangolo triangolo triangolo
…
Aaaah, Parigi. La ville lumiere. Casa. Notre dame, la tour Eiffelle, la piramide del Louvre, l’Île de la Cité. Non c’è posto migliore al mondo. Il vino, il cibo, tutto è bellissimo a Parigi
Mi manca molto
Maledetto stronzo dei sogni.
Che faccio? continuo a concentrarmi sul triangolo? su Parigi? cago?
E certo che ci stavo bene a Parigi
voglio tornare a casa. mi sento una mammoletta a pensarlo
Scusa
Va bene. Cazzo di situazione. Cazzo di vecchio di merda dei sogni.
E cazzo di triangolo.
La rabbia mi aiuterà
[@the Dans puoi bloccare l’azione invocando un conflitto per continuare a meditare]
[aspetto un paio di minuti e poi do corso a quello che sarà, spero, il punto più crasso dell’intera campagna]
Conflitto! [Roll]
[meno male che usiamo una dice room, così potete controllare che non banfo]
[Update: punti sbrocco prossimo tiro, 1]
Lo sapevo che non sono un tizio da meditazione. Mentre sono lì che cerco di concentrarmi sul cazzo di triangolo continuo a distrarmi, e mi sale la rabbia, e penso a Parigi, e penso che sto cazzo di vecchio di merda, e mi vengono pensieri di una volgarità tale che io stesso mi faccio ribrezzo, ma poi che cazzo dico, sono stanco, sono finito in un cazzo di incubo, voglio tornare a casa, voglio la mia città, il mio tempo, la mia vitaaaaaAAAAAAAAAA!!!!
[Perdi 100 px]
Perdo la calma DEFINITIVAMENTE: grido, prendo uno dei legni e comincio a sbatterlo in giro, sui pochi mobili, sulle pareti, sulle macerie. Mi sfogo, faccio il diavolo a quattro, grido e bestemmio. Vaffanculo vecchio! Vaffanculo medioevo del cazzo! Vaffanculo tuttooooo!
Vabbè, ci siamo capiti. Sbrocco.
Guarda, è anche terapeutico
Dopo poco mi calmo, ho il fiatone. mi son piantato delle schegge nelle mani ma anche sticazzi.
È a questo punto che un piccolo tarlo si fa lentamente strada nella mia coscienza. Mi avvicino ad una delle feritoie, guardo fuori.
In strada c’è una piccola folla. In piedi su un rialzo c’è il tizio con la tunica, quello di ieri. Ora che lo vedo alla luce del sole è chiaro che sia un frate. Tutti sono voltati verso la torre. Qualcuno indica anche proprio col dito.
Mi ero ripromesso di guardare i mobili ma poi evidentemente mi son perso via. I mobili consistono in:
– un tavolo inchiodato al muro
– una sedia
– una cassapanca che ha adesso il coperchio sfondato. Dentro trovo un paio di coperte, un coltello, un piccolo otre e una trentina di frecce
I dettagli mi sfuggono, ma è chiaro che sono stupiti delle grida e del baccano. Pensavano che la torre fosse abbandonata? Saranno una dozzina di persone, per lo più donne e qualche bambino. L’unico ragazzino presente riceve istruzioni da quella che chiaramente è la madre, lui fa sì con la testa e si allontana a passo spedito
Cha faccio?
Obiezione!
C-c-conflitto!
[roll]
https://rolz.org/dr?room=Storione
Pare che non sono tagliato per l’azione
Sì
Inizio a fare su le cose: in una delle coperte, aperta, metto l’altra coperta, il giaccone, l’elmo, le frecce, il coltello, i resti di pane, i resti di formaggio. Faccio su tutto in un enorme fagotto. Stringo. Un paio di frecce bucano la coperta e realizzo che non riuscirò mai a farlo passare, strisciando, sotto le macerie.
Vado alla finestra e comincio a gridare. “Prete! Merda! Vieni qui a dirlo se hai il coraggio! Cosa volete! Oh!” La folla. prima incuriosità, ora si spaventa. “Oh ma c’è qualcuno nella torre! Oh aiuto! Accorruomo!” C’è un po’ di fuggi fuggi, le mamme si trascinano via i bambini. Solo il frate resta lì e mi guarda, truce.
[dal prossimo tiro di sbrocco fate voi, vi spiego come fare, che non voglio responsabilità extra]
No, è tutta roba piuttosto nuova
Ora che non ho più il cervello in pappa realizzo una cosa: il posto è crollato, sì. È bruciato, sì. Ma non è marcio. Non ci ha piovuto dentro, non c’è cresciuto il muschio.
Comunque, devo decidere cosa fare. Ho l’impressione che le mie parole di sfida abbiamo definitivamente attirato l’attenzione. Non che mi senta minacciato, nell’immediato: vista la fatica che ho fatto per entrare nella torre non mi aspetto che la gente riesca a entrare senza che io me ne accorga. Però, ecco, vorrei avere un piano.
Ok, che faccio?
Senza contare le feritoie, le uniche uscite sono verso l’alto (ma la scala è ingombra perché il tetto è crollato) e verso il basso. In basso anche la porta della torre è ingombra di macerie e rottami (l’area del palazzo principale è crollata). Ieri per entrare ho dovuto strisciare sotto a delle travi, schiena a terra. Ora che c’è luce dovrebbe essere più facile da fare, ma se c’è qualcuno lì vicino ho paura che sia impossibile non farmi vedere
Proseguo comunque nel piano?
Ok, scendo le scale. Nel dubbio mi porto il fagotto con tutti i miei averi.
Sono sceso, ora sono in una stanza quadrata, circa tre metri per tre. Una delle pareti regge la scala: sono scalini di legno, ciascuno infilato in una nicchia nel muro. Da come ballano mi pare che si possano sfilare dal muro. C’è un’apertura, una porta. Dà sul quello che era il volume principale della casa, ma che è appunto del tutto crollato. Io sono entrato ieri strisciando.
Sotto gli scalini c’è una rastrelliera di legno, inchiodata al muro. È tipo un attaccapanni. Nella rastrelliera sono infilate due lance, alte poco meno di me, ciascuna con la sua punta di ferro. Ora che guardo da qui, sul lato corto di ciascuno scalino c’è una lettera. Leggendo dal basso S-S-T-E-P-H-🗼-N-U-S
Fine. Non ci sono altre aperture.
Tutti gli indizi puntano in quella direzione
Come dicevo su: niente erba, niente muschio, niente di marcio, tutti gli spigoli sono ancora piuttosto vivi
Potrebbe essere una traccia! O anche una falsa connessione!
Da fuori inizio a sentire un paio di richiami. C’è anche la voce del frate, ormai la riconosco. Forse… mi chiamano?
Credo che stiano ancora parlando verso la feritoia.
Ok, torno su, trascinandomi il cazzo di fagotto
Guardo dalla feritoia. C’è sempre il frate, che sembra stare cercando di attirare l’attenzione della folla. E ora che guardo… beh, non sembra starci riuscendo. Che poi, “la folla”. Ormai è un capanello di persone, un po’ della gente che c’era prima è andata via, restano comunque alcune donne, sono accorsi un paio di vecchi, e proprio sotto i miei occhi vedo arrivare due uomini, con l’aria un po’ scazzata, accompagnati dal regazzino che avevo visto allontanarsi. Le persone parlottano tra di loro, indicano la torre, e tendenzialmente ignorano il frate, che continua nella sua filippica.
Dunque. Quello che capisco chiaramente è che parla in tono molto concitato. Inoltre… [roll]
[uno di voi se la sente di tirare? bisogna andare qui https://rolz.org/dr?room=Storione e scrivere #d100 ]
[Alric è un nome generico che ti assegna il sito se non hai una login]
Il frate sta cercando di fare un sermone, con scarso successo. Il tema attorno a cui ruota la predica è la carità, e la necessità di donare. “Gesù Cristo aveva donato un intero maiale, ai poveri! E il vino, non dimenticate il vino! Cum sanguinis cristi “
Lui, no. Però è chiaro che la gente si è incuriosita. In questo momento le mie possibilità di uscire senza essere visto sono zero.
Che faccio? Parlo?
[intanto, +1% linguaggio, valore attuale 49%]
A questo punto sono piuttosto sicuro che non ci siano altre vie d’accesso.
Aspetto e vedo come si evolve
i due tizi parlano con le donne presenti, poi uno va verso il frate e gli dà uno scappellotto. L’altro fa per venire sotto la torre. Sono due uomini adulti (30/40 anni). Vestiti anche loro alla contadina, portano entrambi una daga alla cintura.
Quello che mi viene proprio sotto fa: “Oooh! C’è qualcuno?”
Cala il silenzio. Anche il frate ha smesso di berciare, forse a causa dello scappellotto. Che faccio? Rispondo?
Credo che la lancia ci possa passare dalla feritoia. Da qui se lo prendo lo ammazzo.
“Oi! Della torre!”
Il tizio si volta verso gli altri e alza le braccia con fare disarmato. Si riforma un capannello, qualcuno indica, qualcuno va anche a dare un’occhiata verso le macerie da cui sono passato. Passa del tempo e dopo un po’ la folla si disperde. Resta solo il frate che, passata la tempesta, torna a predicare. Il tema adesso è: i ladri. Non ci crederete ma ci sono in giro certi malfattori, certi poco di buono che ruberebbero il pane ad un povero servo del signore. Ed ecco che quindi, la carità cristiana…
Arbitrio mio: diciamo che ho escluso di cagarci sopra. Anche perché è una stanza piccola, e a questo punto la prospettiva è di rimanere qui per un po’. Se voglio pisciarci sopra (e nessuno invoca il conflitto) lo faccio
Attendo. E per ingannare l’attesa piscio sul simbolo del triangolo. Ne cancello un pezzo, ma vabbè, era un po’ lo spirito della cosa. Si forma una polla.
Ogni tanto tengo d’occhio la situa in strada. Nel giro di mezz’ora la situazione sembra tornata alla normalità: la gente va per i fatti suoi per la strada, il chierico predica (carità, ladri e… cani? sta dicendo qualcosa sull’anima dei cani, ma non capisco se è una complicata metafora o se intende proprio i cani)
Fatto.
Il muro sembra proprio solido.
Tock!
Cazzo di triangolo
Nel nome del padre, figlio, spirito
Oh ma fa incazzare veh
triangolo del cazzo
uomo dei sogni del cazzo
vabbè, bisogna pensare in maniera costruttiva
immagino di dover aspettare la sera? ora come ora uscire è dura
cioè, uscire senza farmi beccare
o posso pensare di barricarmi qui. OVVIAMENTE la torre è facilmente difendibile (sotto ci sono sempre le lance)
o posso cogliere occasione per lavorare sul triangolo. Magari ci cavo qualcosa
OPLÀ!
molto anticlimatico, purtroppo
scendo al piano di sotto. cose presenti qui: rastrelliera con due lance, scalini forse estraibili con la scritta S-S-T-E-P-H-🗼-N-U-S, macerie. inizio a sgombrare un minimo l’ingresso in modo da avere 1) accesso più facile e 2) poter far crollare della roba e bloccare tutto.
ok, cosa voglio ottenere?
ok, sfilo piano piano le pietre e i legni piccoli. Faccio una pila di fianco alla porta. In caso di necessità posso far cadere questa pila sulla porta e bloccare un po’ l’accesso. Senza strumenti da falegname non credo di riuscire a fare molto di più (a meno che non mi vengano idee fenomenali)
Vabbè, è qualcosa
Devo fare qualcos’altro qui dabbasso?
No, questa uscita dà sulle macerie della casa, che è crollata. La casa ha una facciata sulla piazza.
Mappina? Mappina!
troppo tardi (è una mappa molto semplice in verità)
Le mura del palazzo sono interrotte qua e là perchè sono, appunto crollate. Il perimetro della torre è invece integro
Ok. Ci provo. Ci sono due rischi: 1) c’è un punto dove devo strisciare, e poi tirarmi su. In quel momento non ho proprio modo di capire se qualcuno sta guardando verso di me, e se spunto mi vedono. 2) diciamo che svicolo di lato e non mi vede il prete. Ma sono in pieno giorno in paese, c’è gente che gira. Qualcuno mi vedrà, fisso. A quel punto vedrà che sto uscendo dalle macerie.
Che faccio: vado? Nel caso porto solo accetta, bastone e una mela?
Mmm… mi sa che sono un po’ incerto. A ben guardare è normale: è tutto difficile e mi trovo tragicamente solo. Non ho nessuna voglia di affrontare il di fuori, e magari le guardie del re – anche se, prima o poi, temo che dovrò farlo.
Ma per il momento no. Per il momento forse è meglio chiudere le questioni aperte. In fondo sono al sicuro, ora. Mi vengono in mente due cose da fare:
– insistere su triangolo, doni, uomo dei sogni. Sento di non essere lontano dalla soluzione dell’enigma, ma è come se mi mancasse un passaggio
– oppure potrei guardare meglio nella torre. Magari qualcosa mi è sfuggito
Faccio un sospiro. Merde, alors. Che faccio?
Ok! Da dove comincio?
Di sopra trovo:
– la scala che va al piano ancora sopra, ingombra di macerie crollate e bruciate
– cassapanca (svuotata, coperchio sfondato)
– tavolo, inchiodato al muro
– sedia
– due feritoie
– scala verso il piano di sotto, a scalini estraibili
riesco a salire fino a metà scala, e poi è veramente impossibile salire. Dai pezzi di roba capisco che è crollato il tetto e anche parte delle mura. Tra i pezzi di macerie vedo, più in alto e oltre la mia portata, un piede umano avvolto in uno stivale.
None. Se infilo il braccio mi manca comunque un mezzo metro, ma soprattutto è coperto da macerie e roba. Vedo appunto solo il piede che spunta.
Scendo
Al piano terra trovo:
– porta che dà verso l’esterno, parzialmente liberata ma ancora ingombra
– a lato porta, una pila di macerie, legni e roba in equilibrio precario, che potrei far crollare per guadagnare tempo
– rastrelliera con due lance
– scala verso il piano di sopra. Gli scalini, estraibili, hanno ciascuno sul lato corto una lettera, a formare la scritta S-S-T-E-P-H-🗼-N-U-S
Sono una serie di parallelepipedi di legno infilati, da un lato, nel muro. Camminandoci mi danno l’idea di non essere cementati o fissati. Credo che serva da protezione: i difensori possono rintanarsi al piano di sopra e mano a mano tirare via gli scalini.
E hanno, sulla faccia corta, le lettere di cui sopra.
È…
È una tour Eiffel
Cioè, è una A, ma è anche una tour Eiffel.
Sì
Le lettere sono disegnate col pennello. Non c’è dubbio.
Può passare come una A, anche altre lettere hanno delle decorazioni
Ma ai miei occhi non c’è dubbio
Alors!
Non è questione di altezza, è che è sepolto da macigni e pezzi di travi. È un lavoro di ore (giorni?) per sbrogliare.
[Il meta game scorre potente. Io però sono notoriamente severo ma giusto, tieni in mente anche questo]
Fatto il segno della croce special edition. Nessun effetto purtroppo.
Torniamo agli scalini. Non serve un’analisi approfondita: lo scalino S è di legno pieno, solido e pesante. Quello A suona un po’ più vuoto e, sul lato corto che era infilato nel muro, c’è uno sportellino.
Escono due cose: una pergamena arrotolata e un sacchetto pieno di roba metallica.
La pergamena, aperta, si rivela scritta con penna e calamaio, ma in francese moderno.
Carissimo (o anche carissima, ora che ci penso),
se stai leggendo questa lettera vuol dire che mi hanno ammazzato. Bella merda.
Al giro prima di me mi avevano lasciato delle istruzioni dettagliate, e poi le cose non sono andate bene e i documenti sono finiti in mano al re. Non so francamente quanto ci abbiano capito, ma a questo punto non posso correre il rishio di peggiorare ulteriormente la situazione. Quindi, sfiga per te, ti tocca capire le cose per conto tuo. Se proprio non sai cosa fare ricorda le parole di mia nonna: dormici su. La notte porta consiglio. Lo so che non è un granché, ma non posso fare altro.
Stefano
PS: spero che da piccolo tu giocassi con le costruzioni
Il sacchetto contiene appunto una serie di pezzi metallici. Da una rapida occhiata capisco che sono le componenti di una pistola. È anche presente un caricatore con 12 colpi.
Basito
Maledetto Stefano
MERDE!
Trik! Trok! Crash!
Domanda: gli scalini li rimetto a posto?
Giusto. Potrei saltare i buchi, ma non ha senso rischiare.
Mi metto al tavolo e nel giro di una decina di minuti la pistola è montata. Alla fine fare il militare è servito a qualcosa.
🖕🖕🖕🖕
Davvero
Che cazzo di senso ha lasciarmela smontata?
In effetti se non sai cos’è è davvero dura capirlo
La questione si fa sempre più cupa
Ha senso in effetti
Come mi sento per avere una pistola?
FANCULO
Tasca sulla coscia. Non è esattamente una fondina, ma non mi scappa.
Così pare.
E che mi rompano i coglioni ora, le guardie! Posso affrontarle (fino a 12, se ho buona mira)
Spero di non finire con una mano mozza, però 😀
È l’unica parte irrealistica
Confesso di non aver tantissima voglia di a) spaccarmi la schiena a spostare pietre e b) trafficare coi cadaveri. Cioè, capisco il punto, ma non mi piace. Nel caso continuerò a lamentarmi.
MI LAMENTERÒ OK?
Sì, grossomodo si è fatta ora di pranzo. C’è meno gente in giro. Anche il predicatore sembra stare sbaraccando.
Che atteggiamento devo tenere se incontro qualcuno per strada? E in generale? Cerco di nascondermi? Faccio finta di niente? È un paesino, si conosceranno tutti!
I morti?
Ah, sì! I morti
I morti di Mordor
Perfetto. Vado.
Mi trascino fuori. È comunque scomodo, ma mi consolo: se è dura per me uscire, sarà dura per gli altri entrare (e ciularmi la roba). Ad attendermi non c’è nessuno e la mia uscita passa abbastanza inosservata.
Mi dirigo verso la fonte. Incontro solo una vecchio, per strada, che cammina lentissimo reggendosi su un bastone. Mi sembra anche mezzo cieco e, se non mi interessa parlargli, lo supero senza problemi.
Arrivo in zona fonte giusto per beccare il frate che rientra nella sua capanna, borbottando. Non mi ha visto, posso decidere cosa fare.
Bevo direttamente dalla sorgente (il frate aveva pisciato nel vascone che raccoglie l’acqua, sotto la sorgente appunto)
Fa freddino ma il desiderio di sentirmi pulito predomina. Via la polvere, via il sudore, via i morti. Tutto pulito.
Mentre son lì che mi spruzzo e mi strapazzo sento una voce alle mie spalle: “Mens sana in corpore sano. Bravo!”
È il frate, uscito dalla capanna.
Lo attacco?
È piuttosto probabile.
Gli sparo in faccia?
Lui sorride, non sembra minimamente turbato, beve anche lui alla fonte e risponde al saluto.
“Marcel de Mordor, c’est un plaisir. Moi, fratis umilissimus Gerome. Benedicamus Domino!”
“Tu est in voyage, oil? Purtroppo son stato derubato, non posso offrire molto”
Mi fa comunque gesto di seguirlo
Il frate arriva alla capanna e tira fuori alcuni dei cenci, che stende in terra a mo’ di coperta. Fa segno di sedermi, e poi si siede a sua volta. Estrae da una bisaccia un pezzo di pane e due uova. A gesti, mi indica di prenderne uno.
Il frate si mangia il suo uovo. È chiaro che il cibo non basta per due persone: anche per uno solo sarebbe stato un ben magro pasto.
Gli chiedo della mia schiena. Lui fa spallucce. “Dominus judex est” aggiunge, mentre raccoglie le briciole che sono cadute in terra.
[in questo frangente non tiriamo per la lingua: c’è estrema calma, le cose si possono ripetere, il frate è paziente]
Frate Gerome si acciglia. “Dici che non sai. Ma un marchio così non arriva facilmente. Quindi o ti è comparso per prodigio, o mi stai mentendo.”
“Non ti conosco, ma purtroppo il mondo è pieno di menzogneri. Se sei sincero, non posso che pensare a un prodigio. Il signore mise alla prova Giobbe, gli portò via possedimenti e salute. Forse ti vuole mettere alla prova. Forse vuole che tu passi per bandito.”
Poi si volta verso la capanna e fa per prendere qualcosa. Infila dentro una mano e sconsolato, la trae vuota, poi torna a voltarsi verso di me.
“È usanza marchiare i criminali. Potresti aver forse rubato? Bestie, mercanzia, oro? O forse aver offeso il nome del re? Bestemmiato in chiesa? Stuprato una fanciulla?”
“Perdonami, non sono esperto nella legge degli uomini. Tutta gente matta, se posso permettermi un’espressione.”
[Figurati, era una punzecchiata bonaria 😀 ]
“Devo onorare l’abito che porto. Posso provare a benedirti la schiena, se vuoi. Non sarà molto, ma magari…”
“togli la casacca, fammi vedere”
Mi spoglio e mi faccio esaminare dal frate. Lui sta silenzioso per un po’, ogni tanto manda degli ummm, ammm. Poi lo sento che mormora piano, mi arrivano dei pezzi, “gloria dei”, “in nomine pater”, “exsili te!”
Dopo un po’ pare aver finito e mi fa segno di rivestirmi
“A parte i segni, non hai avuto altre cose? Ferite? Ammaccature?”
“Ah, qui entriamo nella teologia fine. A dirla tutta, non sono un grande sostenitore della trinità. Dio padre, ok. Dio figlio, lo capisco. Cioè, un dio che muore è un po’ un controsenso, ma vabbè. Lo spirito santo invece, a dirla tutta, mi sfugge”
“Comunque: sulla schiena hai segni di morsi. A volte c’è solo mezzo morso, come i segni dei denti di sopra o di sotto. E a volte ci son proprio tutti i denti. Come delle U e delle O. Per tutta la schiena. Sembrano denti di persona, morsi di persona. Ma belli grossi, eh. Un omone.”
“Però sono in nero, come disegnati? O come marchiati. Come si fa con le bestie, e con i banditi.”
Perdo un turno per lo sbigottimento.
Tutti pensieri interessanti.
– connessione uomo dei sogni -> morsi?
– stefano -> paese di saint stephan?
– il padre? boh
– scalini: quando torno
Gerome è un po’ in difficoltà con il compito. Prende un legnetto e fa dei segni nel fango vicino alla sorgente. Non viene proprio un bel lavoro, lo capisce lui e lo capisco io. Preso da un momento di sconforto fa una palletta col fango e poi ci preme i suoi denti superiori e poi me la consegna. “Così, ma per tutta la schiena. Scusa, il Signore non mi ha dotato di grandi doti artistiche”
Madonna, se è un codice e ce l’ho sulla schiena, è una merda. Speriamo di no.
“Oil! Numerosissimi, dal santo, primo martire, lapidato, gran brutta fine, fino ad arrivare al povero signore di Saint Stephan, che Iddio l’abbia in gloria.”
“Alors, ti posso dire quello che so. Conta che io vago per le contrade a portare la parola del signore, sono arrivato qui da… tre mesi? Sì, grossomodo. Stephan di Saint Stephan è stato un signore buono e magnanimo e ha governato sul paese bene, a detta dei sudditi. Io l’ho visto poco, ma mi ha lasciato predicare e anzi aveva lasciato detto di darmi da mangiare, quando ne avessi chiesto. Un vero signore.
Beh, la storia è breve. Quattro, cinque notti fa è successo un mezzo disastro. Sono arrivate le truppe del re e, di notte, han dato fuoco alla magione del signore. È bruciata come paglia, mentre la gente accorreva e già c’era chi si organizzava per portare dei secchi d’acqua, ma le guardie hanno impedito a chiunque di aiutare. La gente ha dovuto ascoltare le grida dei morenti, tra le fiamme. Per fortuna che son giorni che piove, altrimenti bruciava tutto il paese. Comunque, a mattina le guardie hanno controllato che non ci fossero sopravvissuti. Ci son state scaramucce con le guardie di Stephan, che però a quel punto erano poche e sbandate. Il corpo del povero Stephan è stato trovato, tra le macerie, e l’hanno portato via, assieme a tutto quel che s’era salvato dalle fiamme: mobili, bottiglie, vettovaglie.
La popolazione del villaggio è in lutto, e non sanno bene come procedere. Per il momento si tengono lontani dalla fortezza di Stephan, per rispetto, ma prima o poi qualcuno entrerà a vedere se c’è qualcosa da arraffare. Se entri in paese la vedi per forza, è proprio al centro.
La gente è anche nervosa perché adesso non è chiaro cosa succederà. Il villaggio diventerà parte della giurisdizione di Parigi? Verrà mandato un governatore? Come si fa con le tasse? E con la difesa? Stephan manteneva un piccolo drappello, e la gente si sentiva sicura. Adesso c’è grande incertezza.
Anche per questo ho deciso di restare. Queste povere anime hanno bisogno di una guida.”
“No. Cioè, era un omone anche lui, alto, dritto, tutti i denti a posto. Ma no, non vi somigliate di faccia.”
“Ci provo”
Gerome si scusa ulteriormente per le sue scarse, scarsissime doti artistiche.
“Ah, dimenticavo. Stephan mi diede anche un talismano. Ma è andato perduto. Rubato!”
[Noooo! Errore mio. Rileggendo ho visto che @the Bibs aveva scritto di rimettere tutto dentro, ma me lo sono perso e giocavo come se tutto fosse ancora nascosto. Scusate.
Volete che riavvolgiamo un pezzettino e vi dico cosa avrebbe fatto con i suoi oggetti? O teniamo così?]
[Sì, quello è un problema: la descrizione di WA ha un limite di caratteri, e non ci sta più niente 🤣
In giornata cerco un modo per fare delle note online, magari condivise (ma senza fare robe complicate tipo obsidian portal) e metto il link in descrizione.
Scusate ancora per l’errore con la roba. Ovviamente la roba più comoda è tenere che l’abbiamo nascosta ed è ancora lì, a pochi metri, sotto al tronco.]
[Vada per la soluzione salomonica] Dopo aver pranzato propongo a Gerome di fare quattro passi per digerire il lauto pasto. Giriamo un po’ per la campagna lì a attorno e “per sbaglio” ci dirigiamo proprio dove avevo nascosto la roba. Il frate nota spuntare uno dei cenci dal tronco e, eccitatissimo, trova tutto.
“Siete una benedizione, Marcel di Mordor! Senza di voi non avrei mai ritrovato le mie cose!”
Io colgo occasione per chiedergli del talismano, di cui mi diceva prima. Lui mi dice che Stephan ha donato delle medaglie taumaturgiche alla popolazione, e deve averlo preso in simpatia perché anche lui ne ha ricevuta una. Reca la parola EYPO, e il ritratto di una civetta. Per non perderla Gerome ci ha costruito una piccola scatoletta coi legnetti e col fango. Me la mostra fiero: scuotendo la scatoletta si sente in effetti che c’è dentro qualcosa che fa rumore.
Gerome esita un momento, poi fa spallucce e distrugge la scatoletta tra le mani. Ne estrae la medaglia taumaturgica.
Sì, era una scatoletta chiusa e tenuta assieme dal fango, non c’era né coperchio né altra apertura
[Bisogna mettere una cazzata ogni tanto, se no poi mi dite che ci sono solo simboli di morte 🤣]
Gerome prende indietro la moneta, la bacia e la intasca.
“Se avete ancora bisogno di me, Marcel di Mordor, sono qui a vostra disposizione. Altrimenti io avrei un giro di prediche da ricominciare”
[provate a vedere se questo link vi funziona: https://notepad.pw/markdown/9a7gh75a ]
[Dovrebbe essere cambiabile anche da voi, così mi aiutate a tenere traccia delle cose. Ho messo anche un diario con gli eventi giorno per giorno]
[Nel mio cuore sapevo di stare commettendo un errore]
[Mi piace l’odore del conflitto di prima mattina! Roll]
[Già che ci sono, la chiacchiera con fra Gerome conta come un tiro passato. +1 linguaggio, valore attuale: 50%]
Saluto fra Gerome, è il primo alleato che mi sono fatto e a questo punto mi conviene tenermelo stretto (prima che tutto finisca orrendamente come con Luc e famiglia).
Un po’ di sgamo mi reinfilo nella torre. Qualcuno mi vede camminare per il paese, ma vado deciso e mi sembra (mi sembra, oh) che nessuno mi abbia visto entrare.
Volendo posso iper-barricarmi al piano di sopra (portare di sopra le lance, sfilare gli scalini). Lo faccio?
E comunque mi sono preso anche un po’ un rischio a rientrare nella torre: è proprio giunto il momento di risolvere sta cazzo di questione dei doni. Mi metto seduto, traccio con il carbone il triangolo/cerchi davanti a me, mi pungo un dito con una freccia e faccio (un po’ a fatica) cadere una goccia di sangue. Ovviamente, e fatalmente, non succede nulla. Ma va bene. Devo cambiare approccio.
Che cosa so di questo simbolo?
Maledetto google maps
LISTA DELLE COSE CHE SO:
– triangolo dei sogni
– nei sogni si parla di doni
sonno sonno, no. però ho chiaramente stanchezza arretrata
faccio qualcosa di particolare o semplicemente mi metto giù e dormo?
ok, provo a fare il giaciglio. alla fine ho deciso di non barricarmi, mi sento abbastanza sicuro. sbroglio il pavimento per quanto possibile (ci sono ancora tracce di orina) e disegno un triangolo grande abbastanza da poterci stare dentro, un po’ rannicchiato
mi metto giù, che tanto sono sempre stanco. Provo un po’ a rilassarmi
…
penso a Parigi, alla mia donna, alla mia vita precedente
…
…
sono un po’ scomodo, sul pavimento
…
penso alla tintura dei tessuti: oh comunque era molto interessante
…
…
…
penso a mio padre. Quest’anno gli ho fatto una telefonata per la festa del papà? Mi sa di no
…
…
non so se sperare di vedere di nuovo l’uomo dei sogni, mi fa un po’ paura
…
…
vorrei mangiare un croissant
…
…i morsi…
…
…
mi immagino in grembo a quest’omone, a faccia in giù, e lui che mi morde. l’immagine è inquietante
…
…
…
Nella mia mente sognante si forma l’immagine di me che prendo a pietrate lo scalino, finché si spacca. Alzo gli occhi verso il vecchio.
[Non ho capito: immagino una cassa del tesoro + pallottole?]
Con grande fatica mi concentro. È una cassa. Un po’ da cartone animato: lo scrigno del tesoro. Mi rendo conto che è un po’ troppo da film disney ma oh, me la immagino così: una cassa a sua volta dorata.
Apro il coperchio della cassa: dentro ci sono monete d’oro
e gemme
e pallottole
Il ringhio mi terrorizza. Vedo la cassa che davanti a me arrugginisce, diventa polvere, scompare.
Ora sento lo sguardo pesante dell’uomo dei sogni, addosso. Mi fa ansia. Fa un rumore schioccato con la bocca: alzo gli occhi e vedo che sta masticando piano un dito umano.
Provo lo stesso a concentrarmi. Visualizzo la cassa, un po’ cartoon. È davanti a me. Non mi è chiara la parte “portarla nella realtà”. Devo provare a svegliarmi?
Il concetto di “realtà” in questo momento mi sfugge un po’, visti anche gli eventi degli ultimi giorni. Provo a… teletrasportarla? Proiettarla? Farla apparire? Alla fine, un po’ disperato, faccio così: mi metto la cassa in grembo, la stringo e mi concentro sul fuori, sullo svegliarmi. Sento lentamente la coscienza che scivola via, inizio a sentire un doppio pensiero, una doppia coscienza: sono al cospetto dell’uomo dei sogni, ma sono anche nella torre. Davanti al banchetto dell’uomo dei sogni sono seduto nella posizione del loto, la cassa tra le mie gambe. Nella torre sono steso a terra, sul pavimento.
Continuo?
muovermi nella “realtà” risulta impossibile – o forse al di là della mia portata. riesco vaghissimamente a muovere una mano e sento che mi sto svegliando, la connessione con il vecchio sta svanendo. D’improvviso il vecchio parla ancora, con voce cavernosa:
Solo questa parola e sono di nuovo davanti a lui.
La cassa sparisce, ridotta in polvere e ruggine.
Tutto si fa buio, mi ritrovo a fluttuare senza peso, senza corpo.
Compare il simbolo del triangolo, davanti a me. Ormai lo conosco bene.
Poi sento una voce. Diversa da quella del vecchio. Disincarnata, neutrale, quasi robotica.
Provo a ricreare davanti a me l’immagine del frate, ma ora… ora è diverso. Non riesco a fissarlo. Ora che sono in questo vuoto senza forma è tutto effimero. Ogni pensiero, ogni immagine dura un istante e poi viene slavata via.
Solo il triangolo resta. Il triangolo e la voce.
Provo anche a tornare indietro: dal vecchio, dalla torre.
Niente, sono inchiodato.
Ci siamo solo io, e il triangolo.
Idee?
Guardo il cerchio, e il cerchio guarda me. C’è una sensazione di connessione. Come se mi aspettasse.
[Avviso: serve concordia di almeno due giocatori per dare una risposta. Da qui cambierà pesantemente la storia.]
Che rispondo?
Il triangolo ha un turbamento, come un’interferenza in uno schermo. Poi…
qualche canna in vacanza ad ibiza, una volta MDMA in discoteca. Da quando faccio il pompiere devo stare super pulito, ci sono i controlli periodici e non posso scazzare
In effetti ci sono un po’ di cose misteriose. Se io sono il navigatore, e Stephan è il padre, cosa sono i doni?
F I G L I O D I S T E P H A N C H I S E I ?
Che merda.
Dunque, ricapitolando:
– io sono il navigatore (come lo è stato Stephan prima di me?)
– Stephan è mio padre
– sto riscuotendo il primo dono, ma finché non capisco in cosa consiste mi trovo ad andare a tentoni
Idee?
L A F O N T E È O L T R E I L I M I T I D I Q U E S T A S T E L L A
C H I S E I ?
N O
C H I S E I , N A V I G A T O R E F I G L I O D I S T E P H A N ?
R I S A L I R E L A C O R R E N T E È O L T R E I L I M I T I D I Q U E S T A S T E L L A
Lo sbrocco ci sta tutto. È frustrante e sto davanti a un muro di gomma. Per di più… boh, non voglio dire sovrannaturale. Però disumano. Ecco, disumano.
[Easy 🙂 ]
Se adesso sto cazzo di triangolo non mi frigge il cervello (e non è una possibilità da escludere) qua mi sa che devo per forza giungerne a una per sbloccarmi. Prima ho avuto un’idea: sto parlando con la prima stella. Vediamo dove mi porta il ragionamento da lì. Cosa fa la prima stella?
Ho ufficialmente esaurito tutte le possibilità che venivano dalla filastrocca del cazzo: ho detto di essere il padre, il figlio, il navigatore e anche la cazzo di barca. È chiaro che la risposta sta da un’altra parte. È il momento di pensare in maniera creativa.
Dunque. Un passo indietro. Ho capito che sono davanti alla prima stella, che deve “orientare la barca a favore corrente”. In questa metafora del cazzo sulla barca ci sono io, il navigatore. E il fiume su cui sto navigando è il tempo. Cosa vuol dire orientarmi a favore di corrente?
E poi, Stephan. Stephan del cazzo. Lui le istruzioni le ha avute (anche se l’hanno ammazzato comunque). Mi pare di capire questo: Stephan è stato mio padre. Se è stato mio padre, vuol dire che ha usato il terzo dono – rivelandosi indegno. Quindi, ragionando a ritroso, vuol dire che lui si è trovato nella stessa situazione in cui mi trovo io, ora. C’è stato un momento in cui lui, che mi pare di capire fosse uno stronzo come me, dal ventunesimo secolo come me, si è ritrovato qui e ha invocato il primo dono (poi un secondo, poi il terzo evidentemente, ma una roba per volta).
Mi manca un collegamento tra queste due cose. Il primo dono orienta la barca. Stephan ha usato il primo dono.
Ci capisco qualcosa?
[Sì è stato detto anche lo spirito santo]
[La descrizione del terzo dono è: “La terza stella porta via dalla corrente / il degno alla fonte, in gloria / l’indegno sul fondo, padre di altri”. E visto che credo che Stephan sia mio padre…]
Il problema è la domanda che mi fa la stella. Non mi chiede “Cosa vuoi?”, mi chiede “Chi sei?”
È sicuramente un cambio di atteggiamento.
Mmm, questa è un’idea nuova. Come ha fatto Stefano a diventare il signore di Saint Stephan?
Questa stella “orienta a favore di corrente”. Vuol dire che adesso sono… controcorrente?
Cazzo
Cioè, forse il re di francia è… troppo?
[Bene. A *questo* punto accordatevi, perché davvero la prossima risposta che mi date cambierà, probabilmente, tutto quanto]
C’è un lampo di luce, un forte rumore di statica, e ho la sensazione di formiche su tutto il corpo. Buio attorno a me, buio nella mia testa. Per un momento assaporo la dissoluzione della mia stessa coscienza. Sono in estrema pace, fuori dalle vicende umane, fuori dalla paura di questi giorni, fuori dallo spazio e dal tempo.
Poi tutto passa, e lentamente torno ad essere io, ad avere un corpo, ad essere nel mondo. Mi risveglio piano piano. Sono in un letto.
[Complimenti! Siete riusciti a risolvere una parte piuttosto difficile, sapevo che eravate i cavalli giusti su cui scommettere. Lo Storione ora va in pausa, avrò bisogno di qualche giorno per mettere giù meglio le cose, la corte, e sto cazzo di Conte. Bastardi.]
È un bel colpo, niente da dire. Ha solo un piccolo difetto: si basa su una cosa che ricordava @the Bibs.
CHE RICORDAVA
@the Bibs
cmq io, come dicevo, avrò bisogno di qualche giorno
Mi devo documentare
No, quella è giusta. La storia del conte di Parigi, invece… 🤣
Eh ma in mezzo è stato assorbito dal re di francia
Tipo dall’anno mille
Motivo: è stata istituita la contea di Parigi in epoca carolingia, quando non c’era un re
E Parigi era in effetti una contea
Poi il titolo è stato ricreato in tempi recenti (tipo diciannovesimo secolo o giù di lì) come titolo onorifico
Questo per dirvi: preparatevi a delle sorprese 😀
PERFETTO
il grande piano ha preso forma, finalmente
Libri che devo leggere. In particolare i re taumaturghi e quello sui monaci cistercensi
(Non leggere-leggere, tranqui, diciamo che mi devo documentare)
Daje, cmq bravi. Il fatto del triangolo era un po’ ostico – indagando su Stephan sarebbe venuto fuori che qualcosa non tornava sulle sue origini, e magari altri indizi, ma alla fine ce l’avete fatta in autonomia, bravi
[Capitolo precedente]
[Tutti i capitoli di questa storia]
CREDITI PER LE IMMAGINI (in ordine di apparizione)
- “I segni sulla schiena di Michel, così come riportati da Padre Gerome”, il vostro umilissimo, penna biro su foglio da riciclo, 2019
- “Cannibalism sketch”, Mikkel Sommer (da Satan Said Draw)
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