Ti ho sognata che ballavi

Ti ho sognata che ballavi, io che non capisco niente di musica, ti ho sognata nuda, nel sogno, che ballavi, e ti muovevi, e con una fluidità che non saprei descriverti, che non hai mai avuto, una roba liquida, inumana, irrazionale.
Ma poi c’era dell’altro, non era questa la parte straordinaria. La parte straordinaria era il dopo, dopo la danza, dopo l’eccesso, dopo il ritmo violento, dopo tutto cadevi, stanchissima, cadevi e ti buttavi contro un muro e mi guardavi, nuda e sudata, e non facevi niente ma bastava, anzi era troppo: l’incavo dei tuoi fianchi, la curva della schiena, il seno, tutto davanti a me, tutto per me, e non dicevi niente e dicevi troppo e davvero non dovrei dirti queste cose, e davvero non è opportuno, lo so, ma se non è solo la mia immaginazione, se solo davvero tu puoi essere così come ti ho sognata, se puoi essere un centesimo di come ti ho sognata, allora vale la pena rischiare, vale la pena essere inopportuno, perché ti confesso che quel sogno era troppo per un cuore solo per un corpo solo e tutto traboccava e tutto succedeva per obbligo, per forza, per disperazione.

(pic by giulia)

Letizia – 2014

Watercolor and graphite on paper

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