EXPL 18: la commessa

Questo posto è una piccola azienda che produce sacchetti di carta. La contingenza economica è sfavorevole, il processo produttivo è complicato, e spesso la concorrenza è sleale: nelle altre nazioni i controlli sono minori, o la manodopera costa meno, o le materie prime sono più accessibili, ma il mercato è unico, comune e spietato. Vige la legge del migliore offerente, e l’azienda è in crisi.
La gestione è familiare, il padrone chiama per nome tutti i suoi dipendenti: Mario e Luca, addetti alla sacchettatrice, Roberto alla manigliatrice, Emanuel in magazzino, Laura alle vendite. Il padrone si chiama Giorgio, suo padre ha fondato l’azienda ai tempi del boom economico, ed adesso a lui toccherà chiuderla. È sposato, ha una figlia e ha una relazione clandestina con Laura, che non sa come reagirà e che potrebbe benissimo ricattarlo e informare sua moglie, specialmente se non sarà in grado di fornirle un ottimo trattamento di fine rapporto. Con quali soldi non è chiaro: ci sono fondi per cinque giorni lavorativi – due settimane. Giorgio è disperato. Dovrà vendere tutto. Dovrà vendere casa. È in questa situazione che fa la sua comparsa un cliente inaspettato.

Un servizio fornito dalla piccola azienda di Giorgio è la personalizzazione dei sacchetti. I clienti vogliono spesso avere il proprio logo sul sacchetto, solitamente stampato in quadricromia. L’azienda non ha il macchinario necessario alla stampa, e solitamente si appoggia al fornitore: la carta, presagomata a soffietto, arriva in rulli. Al momento dell’ordine viene comunicato materiale, quantità, e logo, e il fornitore provvede in 3-5 giorni a consegnare, salvo imprevisti. Il cliente inaspettato telefona un giovedì, e Laura entra nell’ufficio di Giorgio perplessa, spiegando la situazione. È una commessa grossa, grossissima, e potrebbe risollevare le sorti dell’azienda. Di più, il potenziale cliente ha detto che, se saranno soddisfatti dalla qualità del prodotto, potranno aprire vari contratti di fornitura, protratti nel tempo. “C’è solo un dettaglio strano” i capelli di Laura le ricadono sulle spalle, resta bella anche con le occhiaie “ho controllato, chiamano da una società davvero esistente. Solo che, insomma, Giorgio, guarda tu stesso” gli passa una cartelletta “ho stampato alcune delle immagini che vogliono sui sacchetti, giusto per farti capire il tono”. Davanti a Giorgio appare una cascata di pornografia sgraziata. Scene sessuali esplicite, multiple, comprensive di animali, menomazioni, orecchie tagliate, sangue, bambini e blasfemia. Una serie pare concentrarsi sull’uso di parafernalia religiosi per la penetrazione anale non consensuale. Un’altra prevede l’unione carnale con quelli che sembrano essere corpi di giovani donne impiccate, ancora appese. A volte i protagonisti sono anziani, piegati dalla malattia. Altre volte sono portatori di sindrome di Down. Una sequenza si concentra su un bambino, la testa calva, chiaramente in lotta contro una malattia tumorale.
“C’è poi dell’altro” Giorgio si stringe nelle spalle “Pare abbiano fretta, ma anche volendo” e Laura scocca un’occhiataccia ai fogli sparsi sulla scrivania, la stessa su cui i due solo il giorno prima hanno scopato “questi tizi hanno fretta, ma la qualità della stampa richiesta non è coperta dal nostro fornitore. Manca un colore e, insomma…”  
“Dovremmo rifinire a mano, come avevamo fatto per la commessa Crespi.”
“Sì. Solo che allora si trattava di poca roba, due linee facili facili. Qui ci sono un sacco di dettagli.”
Giorgio ha l’immagine di se stesso che passeggia tra i banconi, controllando il lavoro dei suoi dipendenti e di manodopera extra assunta per l’occasione, dando indicazioni su come colorare meglio il pene di cane che sta violando una bimba non più adulta di sua figlia.
“Dammi un momento, ci devo… ci devo pensare.”
Laura esce in silenzio. Giorgio, solo nel suo ufficio, si rallegra di essere riuscito a nascondere l’erezione.

AZIONE CONSIGLIATA: osservazione.

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