EXPL 38: cronaca nera

Questo posto è una città, e per la città si aggira un mostro. Nessuno l’ha mai visto, ma tutti hanno visto i corpi straziati delle sue vittime. Ho raccolto alcune testimonianze.

“È una cosa terribile! Terribile! Il governo non fa niente e noi siamo qui a morire scannati. Bisognerebbe fare delle ronde, rendere le strade sicure, mettere le telecamere! Siamo una civiltà sviluppata o no? Queste cose barbare non dovrebbero succedere!”

“Tutti gli assalti sono avvenuti di notte. Io non esco mai di notte e sto a posto.”

“Qui al dipartimento di polizia abbiamo una task force permanente sul caso. Sono tre anni ormai, e abbiamo raccolto alcuni indizi. Anche dettagli che non sono stati divulgati. Facciamo progressi, ma lentamente. Il mostro ha un qualche vantaggio che non abbiamo ancora messo a fuoco, ma lo prenderemo.”

“La polizia è d’accordo, glielo dico io. È un qualche tipo di creatura scappata da un laboratorio, e non vogliono farcela vedere perché sarebbe la prova schiacciante che ci hanno sempre tenuto qualcosa nascosto. Che cosa sia, non lo so. Alieni, probabilmente. O qualche tipo di mutante. C’è un sacco di merda là sotto <qui indica una direzione generica, non ho capito cosa intendesse> ormai il serbatoio è pieno e sta per saltare il tappo.”

“Io ho iniziato a girare con una pistola. Non si sa mai.”

“Sentirà in giro un sacco di teorie, se chiede alle persone. C’è anche chi dice che è qualcosa nell’aria, che trasforma la gente, come tanti licantropi, ammazzi qualcuno e poi ti ricordi niente. Glielo dico io, che cos’è. Intanto non è niente di sovrannaturale. I corpi erano squartati, va bene, ma niente di misterioso, basta un coltello. All’inizio era un tizio. Uno psicopatico, certamente un matto. Poi lui ha smesso, e hanno cominciato altri. Imitatori. Succede sempre. E la polizia non sa che pesci pigliare, perché non ci sono somiglianze tra gli omicidi. Non ci vuole un genio a capirlo.”

“Sono omicidi politici, mascherati.”

“La città è piena di vicoli bui, non è difficile far del male a qualcuno.”

“Il mostro? Lo so, lo so, dovrei preoccuparmene, ma ormai va avanti da più di tre anni. Ogni tre, quattro settimane trovano qualcuno ammazzato. Mi spiace, eh, mi spiace, per carità. Ma sa quanta gente muore investita dalle macchine? No, dica, lo sa? Tre alla settimana. A volte di più. Davvero, sa? Ma non è che si vedono mai i picchetti sotto il ministero dei trasporti, a protestare per la viabilità. Guardi, non ho tempo, spero che non mi prenda ma non è che ora posso smettere di vivere per questa cosa. Ho un sacco di impegni.”

“Tutte le vittime avevano a che fare con il dipartimento di matematica, all’università. Non le sembra un po’ strano? Alcune connessioni sono esplicite: la terza vittima era un professore in pensione, l’undicesima uno studente. Per gli altri bisogna scavare un po’. Due vittime erano vicine di casa di personale del dipartimento. Quattro avevano dato almeno un esame di matematica all’università, e quindi erano state al dipartimento almeno una volta, probabilmente. A volte è difficile trovare il collegamento, ma sono certo abbia a che fare con i numeri, in qualche modo.”

“All’inizio, tre anni fa, è stato un disastro. La notizia ha fatto il giro della stampa internazionale e il turismo era in ginocchio. Sono arrivato ad un passo dal chiudere il negozio, guardi. Il settore è sempre un po’ ballerino, ma una cosa così era dura da mandare giù. Poi però mi son detto: perché no? Dopo un anno era chiaro che non sarebbe stata una cosa passeggera, e quindi ho pensato di sfruttarla. Sono stato il primo ad organizzare un monstour, faccio visitare i luoghi degli assassini e racconto le storie che raccolgo in giro – magari un po’ infiorettate, capirà. Gli affari vanno alla grande e, per carità, povera gente, mi spiace per loro e tutto quanto, però spero che non smetta proprio ora.”

“Pare che da ogni vittima manchi qualcosa, qualche pezzetto. Qui il fegato, là un occhio, qui un dito. È difficile avere informazioni precise, la polizia è abbottonata, ma una volta sono uscita con un investigatore con il debole per il rum, e mi ha detto questa cosa. Non manca mai due volte la stessa parte. Pare che il mostro si stia costruendo un pupazzo di carne.”

“È impossibile per una persona sola. Deve essere un gruppo, che organizza ben bene i colpi. Mai due volte nella stessa area, mai dove ci sono telecamere o testimoni. Le sembra una cosa da poco? Le sembra l’opera di un animale?”

“Io lo so dove sta il mostro. È nella cantina di Phillip Jenkins, in fondo alla strada. L’ho detto alla polizia, l’ho detto tre volte, ma non mi credono. E la volta che sono riuscita a convincere un poliziotto a fare un’ispezione cosa fa? Gli telefona! Dicono che non possono entrare nella casa di un privato cittadino senza mandato, che devono chiedere quando è disponibile, che è la procedura. Al diavolo la procedura. Segni questo nome: Phillip Jenkins. È lui, ne sono sicura.”

“Cosa penso del mostro? Appena posso cambio città, ecco cosa ne penso. È quello che dovrebbe fare ogni persona sana di mente. Io ho una bambina, che tra poco va a scuola. Che dovrei fare?”

“Non lo prenderanno mai. Magari ad un certo punto smette, ma di sicuro non lo prendono.”

“Faccio parte di un gruppo di preghiera. Ci troviamo alla chiesa del quartiere una volta la settimana, per discutere e pregare. Seguiamo anche le famiglie delle vittime e diamo loro conforto. In momenti come questi va accettato che il nostro destino è nelle mani di qualcosa più grande di noi, e il nostro dovere è quello di pazientare e pregare. Solo la misericordia dei cieli ci può salvare.”

“Spero che lo prendano vivo e lo scannino sulla pubblica piazza come ha fatto lui con tanta povera gente. Non deve essere una cosa veloce, però. Deve soffrire.”

AZIONE CONSIGLIATA: annessione.

NOTA: avrei potuto indagare ulteriormente e arrivare in fondo al mistero, ma non l’ho fatto. L’etica delle mie azioni non mi è chiara, e questa confusione mi turba. Da molte ricognizioni mi rifiuto ormai di consigliare qualcosa di diverso dell’annessione. È un errore? L’impero non può annettere tutti i posti, e alcuni vanno comunque distrutti, per trarne Vertigine. Questa linea d’azione trasferisce ad altri la responsabilità della scelta. È una consolazione sufficiente?

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