Cixin Liu – Il problema dei tre corpi

Romanzo con cose che funzionano bene, cose che funzionano male, e cose che funzionano malissimo. Che, vista la triplicità del titolo, forse è appropriato. Dunque.

Piccola intro che se sai di cosa si tratta la puoi saltare: è un romanzo di fantascienza di un autore cinese che ha fatto il botto in occidente, e questo è non comune (come le carte di magic: comune, non comune, rare). Il romanzo ha tre “ambientazioni”: Cina subito prima e subito dopo la rivoluzione culturale; Cina contemporanea; e “Tre Corpi”. Su quest’ultimo non posso dire molto senza fare spoiler, ma dai, è un romanzo di fantascienza, che vuoi che sia? È un altro pianeta. Bon, l’ho detto, andiamo avanti.

I romanzi di fantascienza seri hanno la palette blue notte

Sorpresona, l’ho letto in traduzione, e come sempre in questi casi non so mai bene se quello che non mi piace è colpa dell’autore o del traduttore. Cioè, quel che non mi piace per quanto riguarda la lingua, perché quelle che non mi piace di trama non è colpa del traduttore, povera bestia sottopagata.

La parte forte, interessante, viva, tridimensionale, insomma la parte del romanzo che fa dire “va che bel romanzo” è la parte non fantascientifica. C’è tutto un quadretto piuttosto credibile della rivoluzione culturale e dell’impatto sull’università. Certi esperimenti di astronomia solare non si potevano più fare, per dire, perché andavano a toccare il sol dell’avvenire ed era meglio non rischiare. Metti che venissero interpretati male. Metti che non fossero in accordo con le teorie marxiste. Gli esperimenti di astronomia.

E poi l’arrivo della rivoluzione, proprio, è raccontato bene. Schiaffi per tutti. Bello. Si vede che l’autore parla bene di cose che conosce. Poi esce dal seminato, va a parlare di altro, e sbraca un po’.

La parte “tre corpi” la metto nella sezione “medio”. È indubbiamente una parte molto creativa, ma oh, sarà che sono diventato un vecchio trombone, l’ho trovata anche molto prevedibile. Va detto che io cos’è il problema dei tre corpi già lo sapevo, non ci è voluto molto a capire il grande mistero, il big reveal che arriva a due terzi del romanzo e ti deve far dire oooh, aaaah. È una parte interessante, per carità, e per tutto un discorso di allegorie compaiono personaggi storici della cultura orientale e occidentale, da Newton a Mozi, molto godibili.

Il problema viene con la parte “Cina contemporanea”. Ecco, quello, il protagonista, la società segreta (sì, c’è una società segreta), i fatti sovrannaturali che poi hanno una spiegazione scientifica. Boh. È tutto un po’ posticcio. I personaggi mi paiono decisamente piatti, e tutta la trama vuole arrivare a quagliare su un punto [vedi sotto, spoiler] che mi sembra un po’ una cazzata. Ora, a pensar male si fa peccato, ma potrebbe essere che non è un guaio criticare l’establishment cinese di cinquant’anni fa mentre se critichi quello di oggi le cose si fanno più complicate. Boh, dico io.

Sintesi: libro che son contento di aver letto, ma di cui non credo leggerò i successivi (è parte di una trilogia, ovviamente). Recensione finita, più sotto una considerazione con spoiler.

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[SPOILER]

Alura, i Trisolariani mandano i sofoni sulla terra per pasticciare con i nostri acceleratori di particelle e, sostanzialmente, bloccare l’avanzata scientifica dell’umanità. Questo è un motivo di trama chiarissimo: la tecnologia umana deve restare bloccata al livello attuale, in modo che tra 400 anni o giù di lì quando finalmente arriverà l’invasione aliena non avremo mille armi tremende che li fulminerebbero sul colpo. Ma è, appunto, un motivo di trama. Perché con una roba come i sofoni l’umanità la puoi riportare all’età della pietra, o anche proprio estinguerla. E visto che il piano è quello, che i Trisolariani stanno cercando una casa nuova e ci vogliono sterminare, non si capisce perché debbano limitarsi ad un intervento così marginale, di cesello. Per dire, i sofoni interagiscono con le retine del protagonista per fargli vedere il countdown, quindi potrebbero renderci tutti ciechi, proprio facile facile. Eddai.

Solite cose social:

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