Francesco Costa – Questa è l’america

Francesco Costa deve il 100% del suo successo al cognome, un assist perfetto per il titolo del suo “Da costa a costa”, un podcast che parla di Stati Uniti e che in un unico fluido movimento richiama il coast to coast – il viaggio in auto per eccellenza – ma anche un collegamento ideale tra le coste dell’oceano atlantico, perché l’egemonia culturale statunitense c’è ancora tutta e quello che succede di là poi ha influenza anche di qua, non si scappa. E poi è un product placement perfetto, Da costa a costa, il nome dell’autore ripetuto due volte, per forza te lo ricordi. L’ho detto, 100% merito del cognome. Non è mica vero che scrive bene, è un bravo giornalista, si sbatte, gira, parla, indaga. Tutto falso. Solo il cognome. Pensa se si chiamava Francesco Porcaro. O Francesco Ammazzatore. O Francesco il Pedofilo, come cantavano gli Elii.

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Lettere da Malu Malu #16: cercavano sangue

Disastro. Un completo disastro. Questi ultimi giorni sono la prova che avete fatto male a mandarmi qui. Non sono stato all’altezza del compito, la vostra fiducia è stata mal riposta, sono stato inetto, inadeguato e pavido. Il mio unico pregio sarà venire ricordato come un cattivo esempio, il contrario di ciò a cui gli apprendisti dell’Arte devono aspirare. Fermezza, Lucidità, Orgoglio. Non ho seguito nessuno dei precetti, e le conseguenze dei miei atti scellerati sono attorno a me. Disastro.

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Alberto Arbasino – La bella di Lodi

Ho letto questo libro perchè a) vivo a Lodi e b) Arbasino è morto da poco e il caro amico L ha cominciato a parlarne così tanto, e così bene, che o lo strozzavo (per amor suo, cioè per mandarlo a rincorrere lo scrittore che tanto amava e che tanto dolorsamente ci ha lasciati), o lo strozzavo, dicevo, o mi toccava leggere qualcosa. Ecco qua. Anzi, come dicono nel romanzo: arda.

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Cixin Liu – Il problema dei tre corpi

Romanzo con cose che funzionano bene, cose che funzionano male, e cose che funzionano malissimo. Che, vista la triplicità del titolo, forse è appropriato. Dunque.

Piccola intro che se sai di cosa si tratta la puoi saltare: è un romanzo di fantascienza di un autore cinese che ha fatto il botto in occidente, e questo è non comune (come le carte di magic: comune, non comune, rare). Il romanzo ha tre “ambientazioni”: Cina subito prima e subito dopo la rivoluzione culturale; Cina contemporanea; e “Tre Corpi”. Su quest’ultimo non posso dire molto senza fare spoiler, ma dai, è un romanzo di fantascienza, che vuoi che sia? È un altro pianeta. Bon, l’ho detto, andiamo avanti.

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Tom Parkinson-Morgan – Kill Six Billion Demons

Caleidoscopico, visionario, straordinariamente pianificato. Kill Six Billion Demons è “solo” un fumetto, ed è anzi “solo” un webcomic, disponibile nella sua interezza, gratuitamente, nel suo bel sito. E però ho desiderato tantissimo avere l’edizione cartacea – non solo perché mi sentivo in debito con l’autore per tutto quello che mi ha dato. KSBD è una festa per gli occhi, e poterlo leggere tutto di filato mi ha fatto apprezzare ancora di più questa saga.

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Il custode dell’eremita #13: buon appetito

Vostra eccellenza non voglio venirvi a noia con i dettagli. Sappiate che in qualche modo l’eremita l’ho rassettato, e ho passato la giornata a pulire e fare posto. La torre, ve l’ho detto, era invasa dal ciarpame, e lavoro ce n’era parecchio. Intanto che facevo ordine tenevo sott’occhio il sior Bernardo, che però non faceva granché, è stato fermo per ore, faceva qualche passo, rideva e borbottava le sue parole senza senso, oppure si fissava a guardare – un sasso, un filo d’erba, le braci del fuoco – fissava e un po’ sbavava, che il signore lo protegga. Gli angeli dovevano stare facendo un discorso molto lungo e molto interessante, ecco, perché mi sembrava davvero preso, e a malapena sveglio.

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30 giorni di meditazione

Ho meditato tutti giorni per 30 giorni – tranne uno dove ho bucato, ma il giorno dopo ho recuperato doppio. È stata un’esperienza così positiva che rompo la regola del blog e vi racconto questa cosa anche se sono fatti miei e non c’entra con le storie.

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Laura

“Posso entrare?”
È ieri notte, sto chiudendo, sono stanca, alzo gli occhi e c’è la fiera dello strambo: cappotto cammello, scarpe vacchetta, occhiali alla Colazione da Tiffany senza poterselo permettere.

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Secondo giorno – Saint Germain

Riprendo conoscenza. Sono su un tavolo in una stanzona, probabilmente un refettorio. Sono circondato da un gruppetto di persone, quasi tutti uomini. Alcuni indossano abiti sgarrupati, di telaccia. Due indossano dei sai scuri, da frati. Parlottano tra loro e parlano con me. Il mio riprendermi sembra portare il buon umore nel gruppo. Tutti mi stanno toccando e ridono tra loro.

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Lettere da Malu Malu #7: sanguinavo molto

Luminosissimo maestro,
riprendo ora dopo che ieri le ferite mi hanno costretto a fermarmi. Cercherò – questa volta davvero – una qualche forma di sintesi, per non dilungare troppo queste mie lettere, e per non far arrabbiare il buon Mercionnio, che mi sta aiutando con le fasciature e che con sincerità ha a cuore la mia salute.

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Lettere da Malu Malu #5: l’istmo

Luminosissimo maestro,

posso finalmente annunciarvi che in questo terzo giorno di esplorazione abbiamo fatto progressi. Io, poi, sono stato straordinariamente benedetto dagli eventi, e ciò che finora era stata un’oppressione si è rivelata essere, forse, un dono. Ma lasciate che vi racconti gli eventi con ordine.

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Nativi

Lettere da Malu Malu #3: il più crudele degli sbarchi

Luminosissimo maestro,

è successo un fatto terribile. Ricorderete il tono gioioso con cui vi ho descritto l’arrivo, la vista dell’isola, le scogliere. Il tramonto aveva infiammato il paesaggio, e i raggi del sole avevano acuito gli incredibili colori di Malu Malu, le sue rocce porpora, la vegetazione smeraldina. L’umore sulla caravella era molto alto, tutti si preparavano ai passi successivi: cercare un luogo adatto all’attracco, mettere finalmente piede sulla terra ferma, mangiare qualcosa che non fosse pescato dal mare o dal barile della salamoia. È con questo spirito gioioso che la ciurma ha accolto la notte.

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Valerio Evangelisti – Il castello di Eymerich

Non avrei dovuto leggere questo libro. Nel senso, non ora: mi sono ripromesso di leggere tutto il ciclo di Eymerich – una decina di romanzi in tutto – andando per ordine di pubblicazione. L’ultimo che avevo letto, qualche mese fa, era “Il corpo e il sangue di Eymerich”, terzo libro del ciclo, pubblicato nel 1996. Questo invece è del 2001. In mezzo ci stanno almeno tre romanzi, più una raccolta di racconti. E quindi che è successo?

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Valerio Evangelisti – Le catene di Eymerich

Ho iniziato a leggere i romanzi di Eymerich, grossomodo, vent’anni fa. All’epoca ero un pischello che stava scoprendo il fantasy, i giochi di ruolo e l’escapismo, e come da copione ero finito in un gruppo di gente più grande di me. Uno di questo era Lele, che mi prestò tre romanzi, appunto, della saga di Eymerich. Li lessi a bomba, uno dietro l’altro, e mi vennero a nausea, come gli acetoni quando mangi troppi dolci.

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